Test drive: Opel Corsa GS Line 1.2 100 CV, tecnologia e concretezza per una compatta contemporanea
Riprendiamo gli articoli dei long test drive dopo questa prima parte del 2020, caratterizzata dall’emergenza Coronavirus, analizzando una vettura di segmento B che, prima del calo delle vendite, aveva già riscosso consensi lusinghieri da parte del pubblico: la Opel Corsa. Giunta alla sesta generazione, la nuova Corsa è figlia dell’ingresso del marchio nel gruppo PSA, con un cambio a tempo di record del modello, già impostato sul vecchio pianale ex GM (e Fiat) sulla piattaforma modulare CMP della Peugeot 208, che può contare anche sulla motorizzazione elettrica. C’è da dire che il lavoro svolto dal team di design guidato da Mark Adams è stato eccellente: soltanto accostando i due modelli si riesce a capire che la piattaforma è unica, e la caratterizzazione sportiveggiante rimane sia per 208 che per Corsa, ma ciascuna con un DNA stilistico differente, e una specifica personalità , immediatamente ricollegabile al marchio. Questo fa ben sperare anche pensando a future condivisioni con l’attuale FCA, per Fiat ma anche Alfa Romeo o Lancia.
Per la Opel Corsa, come in molti modelli di nuova generazione, il centro stile ha ripreso gli stilemi del resto della gamma, con citazioni non solo dalla tradizione del marchio, ma anche dai modelli Opel più avanzati o dalle concept car. Partendo dal frontale, niente grandi «bocche» come in Peugeot, ma una mascherina a sviluppo orizzontale di scuola Opel, con il blitz affiancato dai tipici baffi, una grande presa d’aria inferiore chiusa da uno splitter e con due elementi verticali ai lati per i fendinebbia a LED. Interessante il fatto che il cofano, come nella 208, si interrompa prima della mascherina, ma che qui venga simulato graficamente un cofano più lungo, che si chiude appunto sulla calandra e che disegna poi l’intero gruppo ottico, a formare tridimensionalmente gli angoli seguendo anche le pieghe dei parafanghi. Oltre alle «firme» degli efficienti e luminosi fari IntelliLux LED matrix, è anche tipicamente Opel la pinna a metà del cofano: l’insieme permette così di realizzare una situazione aerodinamicamente ricercata, e apparentemente quasi più lunga del reale.
Questa ricerca di slancio e dinamismo, sia pur nelle dimensioni compatte (4.060 x 1.765 x 1433 mm) si rivela anche nella fiancata: il parabrezza è curvato in modo abbastanza deciso, lasciando spazio al cofano, ma il tetto -nella nostra versione nero su un’accattivante carrozzeria peperoncino red metallizzato- degrada dolcemente verso il montante posteriore, reso meno massiccio da un elemento nero superiore che allarga otticamente il lunotto. Questo effetto anche sembrare il profilo piĂą basso, e suggerisce il tetto «sospeso» di altre Opel. La fiancata è caratterizzata delle nervature che definiscono i parafanghi sporgenti, ma che si trasformano in una piega nelle portiere, sopra una superficie lievemente concava, interrotta dal tratto inferiore che curva bruscamente verso l’alto: tutto questo permette di dare il senso di movimento, ma anche di definire un volume otticamente rastremato in modo aerodinamico. L’allestimento della vettura provata prevede la zona superiore interamente nera, compreso il montante centrale (esteticamente consigliabile, anche in abbinamento al tetto trasparente, qui assente), e anche i bei cerchi in lega a 5 razze doppie Black Gloss Diamond Cut da 17”. Tutte le Corsa hanno cinque porte, ma, come per la 208, quelle posteriori sono particolarmente strette: l’accessibilitĂ ne risente fino ad un certo punto anche per la soglia di accesso, ma otticamente l’effetto è quello di una sorta di mezza porta posteriore, come in alcune sportive -la maniglia a scomparsa, sicuramente piĂą scomoda di quella presente, avrebbe accentuato ancora di piĂą l’effetto. Il tetto chiude poi su uno spoiler ampio, mentre il portellone piega improvvisamente all’altezza delle luci, anch’esse sporgenti a sagomare gli angoli superiori; la superficie concava, con lo stemma al centro, non lascia spazio alla targa, che è invece in basso come sulle sportive, e lo scudo dispone di uno scivolo centrale, dello scarico cromato e di due sfoghi verticali con catarifrangenti alle estremitĂ . Lo scudo risulta molto sporgente: un vantaggio per appoggiare oggetti da porre nel bagagliaio, approfittando del portellone che scende in basso, ma con una superficie piatta e ampia nella quale si ferma l’acqua in caso di pioggia.
Veramente interessante il modo in cui PSA è riuscita a differenziare i modelli su questa piattaforma anche all’interno, pensando al fatto che in Peugeot c’è l’originalissimo i-Cockpit. Opel ha una clientela tradizionalista e concreta, ma attenta alla praticitĂ d’uso e anche alla sportivitĂ , e nella Corsa è interessante il lavoro fatto, come giĂ in altre Opel provate da Virtual Car, per raggiungere questo obiettivo. Il volante a tre razze con alcuni comandi ha dimensioni medio-grandi, lievemente tagliato in fondo, e dietro c’è una classica palpebra per raccogliere la strumentazione circolare, e il piccolo schermo che, nella nostra versione non totalmente accessoriata, si rivela comunque efficace; le prese d’aria sono ai lati e al centro, sempre in alto sotto la palpebra (come in tante vetture del gruppo si chiudono solo orientandole totalmente da un lato), mentre un elemento orizzontale ad effetto nel colore della carrozzeria separa l’elemento superiore scuro da quello inferiore, nel nostro caso argento, che contiene lo schermo multimediale lievemente orientato verso il guidatore, e con un unico pomello per accensione e regolazione volume. A sinistra si trovano, come nelle tedesche, i comandi delle luci, ma nella plancia c’è ancora un elemento in finitura laccata nera, come quella che circonda il cambio. Al centro, quasi come un elemento a parte, si trova il tunnel, con i comandi del climatizzatore manuale (da regolare interamente a mano, ma molto efficiente), con il vano per il telefono, alcuni comandi a pulsante, la leva del cambio manuale a 6 marce, il freno a mano automatico in opzione; nella nostra versione manca il bracciolo, sostituito da vani in realtĂ comodissimi, e anche discretamente rifiniti. Curate anche le impunture del volante in pelle, mentre i sedili in tessuto e finta pelle ai lati, nell’allestimento Fresez – Banda Marvel Black, hanno cuciture rosse e bianche, che è anche il colore delle due linee al centro: alla fine risultano avvolgenti e comodi, pur nella loro semplicitĂ . In questo allestimento, anche i pannelli porta sono piuttosto elementari, con molta plastica rigida, ma anche con lo stesso elemento di finitura grigia della parte inferiore della plancia, che sormonta un inserto morbido. Pur in presenza, quindi, di diversi elementi di finitura, e di una scelta mista di materiali, l’insieme non appare povero, grazie al design razionale e concreto.
E forse è questo che colpisce di più entrando a bordo: tutto è al suo posto, si entra in un ambiente che risulta immediatamente comprensibile, e persino la tecnologia più avanzata ha forme, spie e funzionalità che non fanno dimenticare troppo le automobili alle quali siamo normalmente abituati. La Corsa è omologata per cinque posti, tenendo però conto che dentro si sono privilegiati i posti anteriori, dividendo lo spazio posteriore tra seduta e bagagliaio (da 309 a 1.081 litri). Solo i più alti o di grande stazza potranno trovare qualche difficoltà dietro, per accessibilità e spazio in cinque, ma tutto sommato lo spazio è accettabile per la categoria di vettura, dalle intenzioni tanto urbane quanto sportiveggianti.
Sediamoci al posto di guida. Ci si dispone al volante con una certa semplicitĂ , perchĂ© non ci sono configurazioni da fare, se non disporre al meglio, manualmente, sedile e volante. La velocitĂ di apprendimento delle funzioni è rapidissima, e anche le indicazioni sono graficamente essenziali, utilizzando anche tradizionali spie nella classica e ben visibile strumentazione analogica circolare. Anche il display centrale da 3,5” ha informazioni essenziali, come il segnale stradale riconosciuto otticamente, e le classiche info da computer di bordo, selezionabili in sequenza con un comando. Volendo si può avere la strumentazione con un unico schermo digitale, ma sempre con una grafica molto spartana, e tendente al bianco e nero. Anche lo schermo centrale in versione senza navigatore diventa subito utile collegando uno smartphone, provato utilmente con Apple Car Play: il concetto di integrare lo smartphone personale alla vettura permette di ottenere vantaggi di «portabilità » dei dati, subito a portata di mano o addirittura pre-programmati. L’ingresso di societĂ di informatica nello sviluppo di sistemi di bordo porterĂ in futuro ad una sempre maggiore integrazione tra sistemi fuori e dentro l’auto, anche per le city car.
Non ci sono quindi difetti? Si potrebbe desiderare un po’ meno plastica all’interno, o un ambiente piĂą ad effetto, ma alla fine saremmo al di fuori dalla filosofia di questa Opel. Un difetto vero, invece, è lo Style Pack Black: se all’esterno abbiamo visto sia gradevole avere un’area superiore totalmente scura, che abbassa otticamente l’altezza dell’auto, all’interno i vetri sono troppo oscurati; in certe condizioni di luce serale o non estiva, si vede pochissimo sia dal lunotto che dallo specchietto centrale, e bisogna affidarsi totalmente agli specchietti laterali. D’accordo l’estetica e la privacy, ma la massima visibilità è piĂą importante, a maggior ragione in un allestimento come quello provato che manca di telecamera e sensori -c’è solo la spia che si accende in caso di avvicinamento di ostacolo, ma non in modo progressivo.
Al contrario, troviamo positivo il fatto che le segnalazioni degli ADAS avvengano in modo immediato e tradizionale, al punto che la vettura sembra non esserne dotata: ad esempio, in questa Corsa c’è il rilevatore di stanchezza, il citato riconoscimento dei segnali stradali, il sistema di frenata d’emergenza automatica con riconoscimento dei pedoni e anche il Lane Keep Assist. Quest’ultimo sappiamo che in molte strade italiane, soprattutto dell’entroterra, spesso non è impiegabile: rispetto ad altre vetture del gruppo, il pulsante di disattivazione non è in posizione nascosta a sinistra del volante (dove ci sono i comandi dei fari), ma al posto giusto, davanti alla leva del cambio. Qui si trova anche il comando più interessante per la guida, vale a dire il pulsante Sport.
Questa Corsa non ha il cambio automatico, ma un cambio manuale a sei marce dalla corsa non cortissima, ma dagli innesti rapidi e fluidi, senza dover fare troppo sforzo sulla pedaliera sportiva; la modalità Sport quindi rettifica alcuni valori del motore e dello sterzo, in modo da dare una maggior sensazione di spinta, senza poter intervenire sulla cambiata. Il risultato, provato in autostrada «tutta curve» ma anche in strade extraurbane panoramiche, è un comportamento sicuro e sincero, buon compromesso tra il confort e controllo, con lievi scarti in presenza di ostacoli come caditoie, e una bella sensazione di controllo. Rispetto al tre cilindri da 130 CV, il 1.2 da 101 CV a 12 valvole e turbo sembra essere molto adatto alla vettura, perché a fronte di qualche minima differenza di prestazioni (i valori dichiarati sono 205 Nm, velocità massima 194 km/h, da 0 a 100 km/h in 9,9 secondi), si sposa bene con il peso ridotto a 1.090 kg -la versione base della Corsa pesa solo 980 kg. E anche i consumi se ne avvantaggiano: Opel dichiara un valore medio di 5 l/100 km; noi siamo riusciti a stare intorno ai 5,5/6 l/100 km senza troppe difficoltà , e in assenza di una modalità Eco di cui dispone la versione automatica. Con il serbatoio piccolo di 44 litri, si ottengono sicuramente autonomie più accettabili rispetto alle versioni più potenti, e rispettando i valori di emissioni di CO2 sotto i 100 g/km.
Nella guida dinamica, invece, le curve si affrontano con una certa disinvoltura e precisione, utilizzando bene il bel cambio, con freni dall’attacco rapido e ben modulabile, e con un certo vantaggio in termini prestazionali in modalitĂ sport; il confort generale è buono, fatta salva un po’ di rumorositĂ comunque accettabile, anche se il vantaggio di stabilitĂ dei cerchi di 17” si paga con un po’ di rumore e di «secchezza» in piĂą. Niente guida autonoma, ma solo un classico cruise control, che però alla fine è efficace, perchĂ© la vettura non è mai «pesante» e si guida volentieri in tutte le condizioni.
Per i costi, la versione provata partiva da 18.150 euro, raggiungendo 20.600 euro con gli optional. Si può tranquillamente evitare il vetro oscurato, ma non rinunceremmo ai sensori di parcheggio. Un prezzo non solo accettabile, ma sicuramente contrattabile al ribasso grazie alle normali agevolazioni finanziarie, ma anche alle iniziative previste da Opel in emergenza Coronavirus.