Range Rover Evoque, l’evoluzione del design della seconda generazione
Tra le non numerose novità di questo periodo dell’anno, una sicuramente farà parlare di sé, nonostante non si tratti di un modello inedito: Land Rover ha infatti presentato la seconda generazione della Sport Utility compatta Evoque. Il team guidato da Gerry McGovern ha agito secondo due evidenti principi di base. Il primo è quello di conservare l’identità del modello, che al suo lancio fece scalpore per le linee fortemente decise (si pensi al cuneo della fiancata molto marcato fino allo strettissimo lunotto), al punto tale che le differenze tra la versione concept e quella di serie, inizialmente solo a tre porte, erano ridotte al minimo. Evidentemente, per una Sport Utility di lusso, l’aspetto estetico ed emotivo presente già nel prototipo è stato considerato, in questo caso a ragione, un valore aggiunto per il modello. Il secondo principio è l’integrazione della Evoque nell’attuale gamma, che comprende anche l’inedita «media» Velar, sulla quale il centro stile è intervenuto con alcune interessanti caratterizzazioni. L’attuale family feeling prevede ora un corpo vettura più aerodinamico e dai volumi compatti e unitari, e una cura del dettaglio che comporta l’integrazione di ogni singola linea o particolare. Un esempio sono le maniglie aerodinamiche a scomparsa nella fiancata, viste anche nei SUV di Jaguar, ma anche la calandra e i fari più sottili e meglio sagomati, o il portellone, prima più tormentato da suddivisioni interne, e ora concentrato sull’elemento orizzontale che comprende il lettering del marchio e le luci sottili e avvolgenti a LED. L’insieme, oltre ad essere globalmente più semplice e meglio leggibile, contribuisce anche a sottolineare la natura di modello premium, per confrontarsi con la sempre più agguerrita concorrenza nella categoria.
Un lavoro analogo è stato compiuto anche negli interni: la struttura generale della plancia e del tunnel centrale è più o meno la stessa, ma gli oggetti sono meglio integrati, complice anche la recente tecnologia e l’impiego di ben tre schermi digitali. E proprio sulla tecnologia si punta per il nuovo modello: tra gli accessori disponibili c’è il cofano trasparente, la possibilità di vedere a monitor ciò che si trova anteriormente ma visualizzando le sole ruote, senza il frontale. C’è chi dice per salire sui marciapiedi, ma non è certo questo il ruolo di un SUV che porta la firma Land Rover: più interessante invece è la possibilità di osservare le asperità del terreno, o anche semplicemente di valutare con precisione gli ingombri, maggiori rispetto al modello precedente. Un vantaggio analogo ha anche la telecamera posteriore, disposta nell’alettone, che permette di trasformare lo specchietto centrale in un monitor digitale, con una visione ancora più panoramica: uno dei limiti della versione precedente, vale a dire il lunotto stretto e disposto molto in alto, non è più un limite grazie alla tecnologia, e può mantenere la sua efficacia estetica. Quanto ai motori, debuttano sul modello le versioni mild hybrid, in attesa dell’ibrida plug-in.
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