Ginevra 2018, viste e piaciute: ritorno al passato, dalla Abarth 124 all’Alpine A110
Non sempre il retro design è visto come qualcosa di positivo: a volte viene considerato come segno di mancanza di idee o di fantasia. In realtà, ci sono case che hanno rinunciato a riproporre il proprio passato, come ad esempio Citroen; altre invece hanno ridisegnato i propri miti, conservando un valore emozionale, soprattutto per i non più giovanissimi che hanno sognato o guidato le auto originarie. Qualche esempio? Tanto per partire dalle italiane, ci sono sicuramente le Fiat 500, proposte a Ginevra in versioni speciali, e la Fiat 124 spider, che a sua volta deriva da una curiosa vettura come la Mazda MX-5, modellata sulle piccole spider italiane e inglesi, e poi diventata essa stessa un classico. Fiat, ma soprattutto Abarth: da segnalare la Abarth 124 GTcon hard top in fibra di carbonio da soli 16 kg, che trasforma la vettura in una quasi-coupé, ma che ricorda gli hard top storici delle versioni da rally. Restando in Italia non può mancare la Stratos (anzi, Strato’s per gli appassionati): la Manifattura Automobili Torino (MAT) ha realizzato 7 anni fa un esemplare unico di linea Pininfarina per Michael Stoschek, su base Ferrari 430 Scuderia, e ora proporrà una piccolissima serie di 25 esemplari, anche su base F430 Modena da 490 CV, ed eventualmente anche in assetto rialzato da corsa. La costruzione è totalmente artigianale e personalizzabile, con carrozzeria in fibra di carbonio, attendendo 2 o 3 mesi, e aggiungendo circa 550.000 euro alla Ferrari di origine. C’è da dire che la New Stratos appare molto simile alla Stratos storica stradale, esposta accanto.
Fino a qualche tempo fa, Renault aveva rinunciato a riproporre vetture del suo passato, nonostante le richieste per ricreare una nuova R4: ora invece la rinascita di Alpine passa per la A110 storica, dal design originario di Giovanni Michelotti. A bordo della nuova Alpine A110 si respira proprio quell’atmosfera: il motore è dietro, con bagagliaio anteriore e piccolo pozzetto posteriore, e l’abitacolo è bassissimo, avvolgente e minimale, soprattutto nelle versioni più essenziali come la leggerissima Pure da 252 CV, a nostro avviso una delle auto più interessanti ed emozionanti del salone.
Qualche altro nome? La nuova generazione della Jeep Wrangler, fedelissima se stessa, e anche in questo caso esposta accanto alla prima Jeep; la Range Rover che diventa un veicolo speciale SV in versione tre porte come l’originale; Ford con le nuove Mustang Bullit e GT; le Porsche 911 costantemente aggiornate ma memori della versione storica. Tante aziende intervengono sui modelli d’epoca, con certificazioni speciali, come nel caso dell Jaguar XJ ripristinata dalla casa per il batterista degli Iron Maiden, Nicko McBrain. Ma un cenno particolare merita la Volkswagen I.D.-BUZZ: perché è l’erede del Bulli, al quale somiglia tantissimo; perché è il simbolo di un futuro elettrico; perché spera di avere quel successo che la Beetle/Maggiolino di nuova generazione non è riuscita ad ottenere rispetto all’antenata.