Fiat Concept Centoventi: a Ginevra 2019 la rivoluzione democratica della mobilità elettrica accessibile
Finalmente,
un prototipo Fiat realmente innovativo per il Salone di Ginevra 2019: la Fiat
Concept Centoventi è forse la sorpresa più moderna dello
stand FCA, nata per festeggiare i 120 anni del marchio,
e prefigurazione di una futura compatta Fiat, nel segno di un
rinnovato concetto di mobilità. Il principio è semplice: se Fiat è
stata l’artefice della motorizzazione di massa, e un marchio
capace di realizzare diffusissime utilitarie al passo con i tempi,
la Concept Centoventi può rappresentare questo genere di vetture
per un prossimo futuro.
Punto di partenza per il design è probabilmente la versione di
utilitaria Fiat «alla francese», più che l’approccio minimalista e
dinamico di Dante Giacosa: quindi sostanzialmente un vano il più
regolare possibile, e sfruttabile con fantasia, secondo la lezione
della prima Fiat Panda di Giorgetto Giugiaro, con
dimensioni compatte (3680 x 1740 x 1527 mm, e 2430 mm di passo) e
buono sfruttamento del luminoso abitacolo, dotato di elementi
semplici. E, come la Panda, la Centoventi è un oggetto di design
immediatamente riconoscibile e curato anche nei dettagli, sempre
funzionali.
C’è però di più, perché la Centoventi si propone al cliente come
una tela bianca, con sei elementi fissi da installare presso il
rivenditore: paraurti, tetto in policarbonato, livrea, strumento
di guida Lingotto, batterie e portellone posteriore digitale.
Secondo il programma 4U, si possono scegliere 4 tettucci,
4 paraurti, 4 copriruota e 4 pellicole esterne, ma l’insieme è
interamente configurabile, con ben 114 accessori studiati da
Mopar, come sistema audio, vani portaoggetti su plancia e
portiere o cuscini dei sedili, acquistabili anche online e
installabili privatamente. Alcuni semplici accessori, come porta
tazze o porta carte, potranno essere realizzati con una
stampante 3D.
Fuori c’è un solo colore simile alla lamiera, con paraurti
e parafanghi in schiuma espansa e texture a linee tridimensionali:
un richiamo indiretto ancora una volta alla prima Panda, che
proponeva l’originale trattamento di protezione della parte
inferiore della carrozzeria. Quattro pellicole esterne
potranno essere applicate in poco tempo e a prezzo contenuto da
qualsiasi rivenditore: l’idea è quella di non avere mai la vettura
con lo stesso esterno per più di un certo periodo di tempo. Lo
stesso vale per i tetti: la vettura è strutturalmente
«aperta», per cui la parte superiore è facilmente sostituibile con
un tetto in policarbonato bicolore, un tettuccio apribile in tela,
un cargo box integrato o un tetto con pannello solare. Il
portellone, invece, accoglie un display che in marcia
mostra il logo Fiat -costituito, come in altre concept e modelli
extraeuropei, dal solo lettering, mentre da fermo può mostrare dei
messaggi di comunicazione, o eventualmente anche pubblicitari.
Interessante anche il frontale, semplice come quello della prima
Panda, e come questa dotato delle originali feritoie verticali
asimmetriche, qui diventati LED che indicano la carica della
batteria.
All’interno, l’abitacolo ospita al massimo quattro persone su sedute
innovative, anche in questo caso memori dei sedili telati e
dell’amaca della primissima Panda: davanti hanno materiali
eco-sostenibili, con cuscini e poggiatesta modificabili come
colore e innovativi materiali, e quello destro è sostituibile con
un portaoggetti o un seggiolino per bambini, mentre dietro sono
costituiti da una panca retrattile e uno schienale rotante, per
aumentare lo spazio di carico. La plancia ricorda il
classico marsupio della prima Panda, ma presenta anche dei piccoli
fori brevettati sui quali si possono agganciare numerosi oggetti;
anche i pannelli porta, piatti e ispirati alle porte di un
frigorifero, sono variamente personalizzabili, ad esempio con
casse audio o tasche portaoggetti.
Particolare anche il quadro strumenti, al quale può essere
letteralmente agganciato il proprio smartphone (o tablet) sul lato
destro, e a sinistra uno schermo da 10”; l’altra soluzione prevede
il quadro strumenti «Lingotto», un dispositivo digitale
unico da 20” che nella forma ricorda il celebre stabilimento di
Torino; controlla tutta la parte elettronica della vettura,
dall’assistenza alla guida all’infotainment, ma anche la
messaggistica per il car sharing dal lato del parabrezza. Perché,
in effetti, la Centoventi si presta sia per uso personale, come veicolo
elettrico più economico sul mercato, sia per flotte
aziendali e auto condivise: in questo senso, i pannelli
pubblicitari o informativi assumono un significato ulteriore.
Infine, la propulsione: totalmente elettrica, può essere gestita
da batterie modulari facilmente installabili dal rivenditore su
apposite slitte scorrevoli nella parte inferiore; ogni modulo
consente 100 km di autonomia, con uno in dotazione, e
altri tre acquistabili o noleggiabili, per un totale di 400 km;
una quinta batteria può essere collocata esternamente, sotto il
sedile, e sganciata per la ricarica presso l’abitazione o un
garage: con questo ultimo modulo si raggiunge l’autonomia massima
di 500 km. La vettura è bilanciata in modo da non cambiare
troppo il comportamento e la frenata in presenza di un differente
numero di moduli; per la ricarica c’è invece una presa alla base
del parabrezza, che svolge anche altre funzioni, come ad esempio
la connessione ad altre vetture. Sono state messe sul campo
numerose idee: vedremo quante di queste, oltre all’estetica,
potranno trovare applicazione nell’erede dell’attuale Fiat Panda,
o meglio della Grande Punto, dal momento che la Centoventi è una
segmento B.
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