Dal Double Phaeton alla Barchetta Competizione: lo stand A.A.V.S. alla Fiera di Padova 2018
Tra
le tante automobili d’epoca esposte nell’edizione 2018 di Auto
& Moto d’Epoca, presso la Fiera di Padova, ci
sono alcune rarità della prima metà del Novecento, presentate
dall’Associazione Amatori Veicoli Storici A.A.V.S.,
federata FIVA, sempre attenta alla ricerca storica e culturale nel
campo dell’automobile. Le vetture proposte sono state tre, in
un’esposizione genericamente intitolata «Dal Double Phaeton
alla Barchetta Competizione», per mostrare l’evoluzione del
design e della tecnologia, e dando spazio al contributo italiano.
La prima automobile, del 1910, è un esemplare di preserie
di Lorraine-Dietrich, chiaro esempio di come più di cento
anni fa il modello di riferimento fosse ancora la carrozza: basti
osservare ad esempio il terzo parafango centrale sulla predellina,
a difesa dagli schizzi della strada per i proprietari. Niente
cavalli, però, ma un interessante motore realizzato dall’italiana
Isotta Fraschini, che, acquistato in 500 unità dalla
Lorraine-Dietrich per la sua robustezza e affidabilità, aveva
cubatura di 4500 cc e potenza di 38 CV a 1.200 giri.
E’ invece del 1929 l’Alfa Romeo 6C 1500 SS, così
chiamata per il 6 cilindri da 1 litro e mezzo con compressore
volumetrico, proposta nella carrozzeria Torpedo allestita
per il Tourist Trophy: in questa gara giunse quarta di
categoria nel 1929, e partecipò ad altre competizioni del periodo,
potendo contare su 76 CV a 4800 giri.
In rappresentanza degli anni ’50 c’era la Maserati 250 S
del 1956, esempio di Barchetta sportiva, guidata da piloti
come Musso, De Filippi e De Portago. Disegnata dalla Carrozzeria
Fantuzzi, questo modello era una vettura ufficiale della
Scuderia Maserati, e fu anche utilizzato da Stirling Moss per le
prove in preparazione della Mille Miglia. Qui la cilindrata sale a
2.500 cc, sempre con un 6 cilindri in linea con due assi a camme e
doppia accensione, e cambio al retrotreno in blocco col
differenziale: i cavalli sono ben 230 a 7.000 giri, che,
grazie a peso e aerodinamica affinati, permettevano di ottenere
prestazioni di ottimo livello.
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