CES 2018: alla fiera dell’elettronica di consumo la protagonista è l’auto del futuro
Sta per arrivare una nuova mobilità, che in realtà è una naturale evoluzione di idee viste in precedenza, ma che si stanno sempre più concretizzando. La prima delle novità è la sempre più necessaria integrazione tra la parte fisica e meccanica dell’automobile e quella elettronica: ecco perché il CES di Las Vegas 2018, l’International Consumer Electronics Show o fiera dell’elettronica di consumo che si svolge dal 9 al 12 gennaio, è diventata quasi un salone dell’automobile, con la presenza di case ufficiali, di prime mondiali, di novità tecnologiche e di alleanze strategiche. Vediamone alcuni esempi.
In passato, raramente si sarebbe pensato alla prima mondiale di un intero brand e di un SUV elettrico cinese -ma di scuola europea- in una manifestazione come il CES: quest’anno c’è la neonata Byton, marchio della startup cinese Future Mobility Corporation guidata da Carsten Breitfeld, già in BMW; la proposta è una concept car dalle forme di SUV aerodinamico medio, che sarà prodotto e venduto in Cina nel 2019 per arrivare poi negli USA e in Europa, e dare inizio a una famiglia di vetture. Tra le sue particolarità, il motore elettrico con 402 km di autonomia (241 con una ricarica rapida di 20 minuti), la guida autonoma di livello 3 che prevede il pilota solo in caso di problemi, ma pronta per il livello 4, più adatta a gestire automaticamente anche la guida nel traffico. All’interno, le novità sono nel maxi schermo curvo da 49”, dalle potenzialità praticamente infinite, e dal monitor tipo tablet sopra il volante. Un veicolo forse pensato inizialmente più per le flotte che per la mobilità individuale, ma con soluzioni che sembrano essere condivise anche da altre case.
Così come è difficile pensare ad aziende come le coreane Hyundai e Kia pronte a presentare in anteprima assoluta due modelli futuribili. Kia propone l’elettrificazione della propria crossover Niro: la Niro EV dispone di un propulsore elettrico ad alta efficienza, con 150 KW e autonomia di 383 km. Ci sono poi idee sia per la sicurezza, con particolari sistemi di illuminazione esterna e il sistema APWS in grado di emettere allarmi specifici in caso di presenza di un pedone o di un veicolo, sia sistemi di bordo che vanno dal riconoscimento facciale al sistema audio dual-zone con altoparlanti differenziati su ogni poggiatesta, fino alla connessione 5G.
Hyundai propone invece l’inedito SUV FCEV, ultima versione di un SUV con batterie fuel cell a idrogeno, e guida autonoma di livello 4; l’autonomia è di circa 600 km, più di 170 km rispetto alla precedente Tucson Fuel Cell.
Hyundai propone anche un Intelligent Personal Cockpit, mettendo in luce alcune delle caratteristiche degli abitacolo del futuro: fra queste, l’intelligenza artificiale, la tecnologia IOT per estendere i comandi di rete anche al di fuori dell’auto (per esempio, nella propria abitazione), oppure il riconoscimento vocale avanzato, o l’assistente proattivo, fino al monitoraggio dello stato di salute del passeggero. Da segnalare come i gruppi automobilistici abbiano scelto il CES per annunciare le partnership con altre aziende in settori particolari dell’elettronica automobilistica: sia per il gruppo Hyundai che per il gruppo Volkswagen, ad esempio, ma anche per altre case, c’è l’accordo con Aurora, azienda leader nello sviluppo della guida autonoma. Per le future I.D. di Volkswagen c’è anche l’accordo con NVIDIA, brand finora noto più che altro per le schede video da computer, ma che ha un ruolo sempre più attivo nel controlli per la guida autonoma.
Altre novità vengono anche dalle aziende di componentistica. Sicuramente Bosch, che sta sperimentando in Europa e negli USA un progetto di intelligenza artificiale non solo per il parcheggio automatico, ma anche per segnalare spazi disponibili ad altre vetture, grazie ad un collegamento di rete. Oppure Hitachi e Clarion, che con il “Park by memory” che aggiunge ai sistemi di parcheggio autonomo, sempre più perfezionato grazie a sensori e telecamere, anche un segnale GPS per memorizzare i luoghi nei quali si parcheggia più frequentemente: il veicolo si muove quindi in autonomia in uno spazio più ampio rispetto al classico “parcheggio libero” singolo.
C’è poi Harman, l’azienda americana da poco di proprietà di Samsung, che propone la strumentazione Digital Cockpit per qualsiasi categoria di automobili, occupando la plancia per intero: come abbiamo visto anche per Byton, ma anche sul più recente design Mercedes, il maxi-schermo configurabile come un computer sarà quasi certamente la scelta delle case nel prossimo futuro.
La casa di semiconduttori Qualcomm prevede invece un accordo con Jaguar Land Rover, per dotare i modelli dei nuovi processori Snapdragon 820 Automotive Platform: il risultato è l’integrazione con un Sistema Satellitare Globale di Navigazione (GNSS) per azioni differenziate a seconda dell’ambiente circostante.
Anche ZF, azienda nota soprattutto per le trasmissioni ma anche per sistemi autotelaio e di sicurezza, propone un’auto dei sogni, “Dream Car”. Che non è in realtà un nuovo modello, ma una vettura corrente -come un’Opel Astra- dotata di una serie di tecnologie di intelligenza artificiale, grazie alla scatola di comando ZF ProAI, sviluppata con NVIDIA è pronta per la produzione.
E poi c’è Garmin, nota per i sistemi di navigazione, e che presenta un nuovo sistema di infotainment con schermo verticale e strumentazione interamente digitale; dalle presentazioni, è il sistema di cui dovrebbero disporre le future Volvo S60 e V60, in programma tra fine anno e inizio 2019.
Tornando invece alle vetture del tutto nuove, va segnalata la Fisker Evolution, nuova proposta di Henry Fisker dopo la sfortunata Karma. Si tratta di una quattro porte totalmente elettrica, dalla linea sportiva e dalle prestazioni sulla carta interessanti: la velocità supera i 250 km/h, e l’autonomia dichiarata è di oltre 640 km, con possibilità di ricarica rapida in 9 minuti per circa 200 km, grazie a una batteria allo stato solido al grafene, migliori rispetto a quelle agli ioni di litio. In commercio negli USA nel 2019 a circa 100.000 euro, ha anche guida autonoma di livello 5 grazie a un sensore laser Lidar, ma anche la prospettiva di una nuova batteria, già brevettata, per un’autonomia di 800 km.
E le giapponesi? Come sempre ci sono futuristiche novità anche dall’oriente, come dimostrano due novità firmate Toyota. La più singolare è la Toyota e-Palette Concept, un tanto semplice quanto futuristico prototipo per trasporto di cose e persone, elettrico e autonomo di livello 5, integrato nel progetto Alliance insieme ad Amazon, DiDi, Mazda, Pizza Hut e Uber. Ha tre lunghezze differenti, da 4 a 7 metri, e dentro è talmente semplice da essere totalmente riconfigurabile anche nella stessa giornata, per assolvere a diverse funzioni, esteticamente e per la logica di utilizzo. L’idea è di averlo pronto per il 25 agosto 2020, data di inizio dei Giochi paralimpici estivi di Tokyo.
Ha invece un aspetto più rassicurante l’ammiraglia Lexus LS vecchia generazione, in versione “Platform 2.0”, versione di prova per i test di guida autonoma che verrà realizzata negli USA in pochi esemplari ma per percorrere molti km: è dotata di quattro Lidar (radar di scansione), sensori e telecamere, e guida totalmente automatica, anche se per i test sono previsti addirittura due volanti nella plancia, per verificare nella pratica i passaggi tra guida autonoma e guida tradizionale. Non si può chiudere questa breve rassegna se non con la Vanderhall Edison2. Ci sono SUV, berline-coupé, vetture tradizionali con motore elettrico e guida più o meno automatizzata e connessa. E poi c’è un’azienda che produce tricicli copn motore tradizionale, e che in questo caso propone la sua prima elettrica: di colore nero come la prima Ford T (in omaggio al veicolo elettrico di Edison e Ford di un secolo fa), ha autonomia di 300 km, accelera da 0 a 100 km/h in 4 secondi e ha due motori elettrici con coppia subito disponibile sulle ruote anteriori. Forse l’unico tra i veicoli proposti che unisca modernità tecnologica ad un tradizionale piacere di guida.