Ginevra 2018, viste e piaciute: Zonda HP Barchetta, l’auto più cara del mondo, e altre sportivissime
Certamente, Ginevra è il luogo per l’esposizione di automobili dalle prestazioni esuberanti, destinate per lo più alla pista, dai track days alle competizioni vere e proprie. Tante case hanno presentato le loro proposte per i rally, le gare endurance, i futuri campionati di formule a motore elettrico, per arrivare a progetti e collaborazioni per le Formula E -con la nuova monoposto 2019- e le Formula 1. Tra le velocissime degne di nota e di sguardi, dal momento che l’esposizione è soltanto statica, ci sono perle esuberanti come la Audi R8 Roadster, le Porsche 911 come la GT3 RS, ma anche Targa, e la Cayman -modello che, nella nuova versione 4 cilindri, rappresenta l’attuale sportività della casa senza strafare, e in modo efficiente, l’Alfa Romeo 4C che ha sempre qualcosa da dire agli appassionati di leggerissime e bassissime tutto-carbonio, la Jaguar F-Type SVRda 575 CV, che con la personalizzazione Graphic Pack è ancora più appariscente, le Honda NSX in versione stradale e racing GT3.
Sportive e sportivissime, assieme a tante altre, ma non vere «supercar». A parte Ferrari, oggetto di un altro articolo, e le sempre entusiasmanti Lamborghini, vediamone alcune. Intanto, la più cara del mondo: la Pagani Zonda HP Barchetta. Sì, la Zonda, non l’attuale Huayra, presentata in un’accattivante livrea carbonio: si tratta della vettura di Horacio Pagani, che collocherà in un vero e proprio salotto opportunamente illuminato, che fa parte di un piccolo lotto di 3 vetture riportate a nuovo e «ripensate» in fabbrica, che hanno un costo stimato di 20 milioni di euro, se non di più, trattandosi di esemplari esclusivi. Nata per pubblicizzare il programma Rinascimento, che dal 2017 ricondiziona le Pagani degli ultimi 19 anni di attività, questa Zonda affascina per la particolare livrea blu e carbonio, e contiene tutte le novità tecnologiche ed estetiche prevista per le versioni Barchetta, ipotizzate inizialmente per le competizioni, sempre con il V12 AMG.
Dalla Svezia arriva invece lo stato dell’arte delle Koenigsegg Agera e Regera, con una Regera S capace di arrivare a 1500 CV grazie al contributo elettrico al V8 5 litri, mentre ancora più cavalli sono ottenuti dal V8 9 litri biturbo della Corbellati Missile, presentata in stato di «non finito» come prima supercar dell’azienda familiare di arte e gioielli: 1800 CV e ben 2350 Nm di coppia sono i dati dichiarati, per una velocità massima di 500 km/h. Più di Bugatti, che con la Chiron S esposta nello stand arriva a 1500 CV e 420 km/h, e più dell’americana Hennessey Venom F5, che si ferma a 1600 CV e circa 480 km/h. Tutti dati teorici, per supercar esclusivissime da piccola serie: probabilmente anche la Sin R1, con «soli» 550 CV, riesce ad essere fin troppo performante.
E a proposito di auto inglesi, merita però una nota McLaren, in grado di sfornare una vera famiglia di sportive di diverse categorie, sfruttando la tradizione costruttiva e sportiva di Woking: al centro dell’attenzione c’è la Senna, nuova versione largamente basata sulla 720 S dotata del V8 4 litri biturbo da 800 CV e 800 Nm, senza ibrido, e anche l’inedita Senna GTR da pista da 825 CV; tuttavia, vale la pena dare un’occhiata alla più grande P1 da 916 CV, ibrida, e dalla curiosa e personale estetica per una top di gamma, nella quale dominano le forme lenticolari.